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Danza

Il corpo e la psiche hanno il medesimo linguaggio. Quanto è più grande il movimento  interiore tanto è più  piccolo il movimento esteriore.

Mediante la danza un corpo ammalato o sofferente può comunicare il proprio malessere, esprimere il proprio disagio e può quindi trovare nella catarsi della danza stessa un reale momento terapeutico.

Mediante l’uso dello spazio e del ritmo ogni individuo può, sia singolarmente che in gruppo, esprimere i propri  disagi, i  propri conflitti, le proprie emozioni.

Infatti attraverso la danza tutte le forze represse o le emozioni cercano di manifestarsi nello spazio grazie ad un ritmo, che potremmo definire come ritmo organizzatore, in cui le sensazioni, il movimento, lo spazio ed il tempo non sono più inscindibili l’ uno dall’ altro, ma vanno a costituire il contenuto di un unico messaggio.

La danza esprime il pulsare della vita; permette di superare la dimensione umana e si avvicina al Sacro.

Infatti il significato comune ad ogni danza primitiva è quello dell’ incontro con il Divino. Le due tendenze fondamentali nell’ ambito della danza sono la danza imitativa o di imitazione animale la cui caratteristica principale è la sensibilità e l’ estroversione e le danze astratte che sono immaginative ed introverse.

Il pensiero orientale percepisce l’ Universo nella sua dinamicità mentre si muove, vibra, danza. Secondo la dottrina indù la vita è parte di un grande processo ritmico di creazione e distruzione, di morte e di rinascita, e la danza simboleggia questo ritmo alterno che continua eternamente in cicli infiniti.

La danza simboleggia l’unione di tutti gli elementi.

Per il primitivo la danza rappresenta il mezzo più naturale per armonizzarsi con le potenze del Cosmo e con il proprio corpo ne mima i suoni ed i movimenti.

Tra uomo e natura vi è una unità indissolubile dimostrata dal fatto che l’uomo ritrova e ricrea gesti e movimenti che sono analogicamente vicini ad un elemento naturale.

Il corpo attraverso il movimento supera la fisicità individuale e si inserisce in un movimento più ampio che interessa il collettivo, la natura, la divinità, il cosmo.

Pertanto il rito e la danza sacra sono quindi un modo di fondersi in un unico corpo con l’ universale.

Il rito è il cercare di ritrovare quella danza cosmica iniziale in cui l’ individuo perde il proprio carattere individuale partecipando ai ritmi più generali dell’ universo.  Quindi la danza rappresenta il mezzo per condurre l’individuo nella metamorfosi necessaria per fargli incontrare il sacro.

Il punto culminante di tutte le danze sta nel convincimento che l’ uomo per nascere nello spirito deve rinascere una seconda volta; deve così morire una identità ormai vecchia e superata per lasciare spazio al suo essere più profondo.

Ad ogni funzione spirituale corrisponde una funzione del corpo e ad ogni manifestazione del corpo corrisponde un atto spirituale.

Il corpo crea la sua musica facendola scaturire dal ritmo motorio. Come disse Marta Graham: “La danza non è l ‘arte di evadere la realtà. Il corpo non combatte più con le leggi fisiche ma manifesta il proprio rapporto con esse: non esistono più movimenti decorativi ma una gamma infinita di movimenti vitali. La danza viene dalle profondità della natura interiore dell’ uomo, dall’inconscio.”

La danza quale forma espressiva dell’ inconscio è l esplosione dell’ emotività; in essa le forze del profondo si manifestano in una gestualità liberatrice; sarebbe veramente un grave errore pensare che la danza è solo un avvenimento materiale.

Il corpo è portatore di simboli , di proiezioni di fantasmi personali e luogo di archetipi e, attraverso la danza, ritrova il corpo originario, un corpo antico che vuole esprimersi.

Ogni individuo attraverso il movimento può rivivere la storia che è insita in lui; o una storia personale o una storia che può darsi che sia sconosciuta all’Io, ma che comunque gli appartiene e che fa parte del patrimonio collettivo.

Secondo Reich la storia personale di ognuno è espressa nelle tensioni toniche del corpo. Per cui se l’ inconscio è tanto corporeo quanto psichico il movimento è la diretta manifestazione; quando il corpo parla anche l’ inconscio parla.  L ‘esperienza corporea permette di esprimersi direttamente senza passare attraverso la ragione, l’intelletto.

Nella danza cè un dileguarsi nello spazio e nel tempo che fa perdere al corpo i propri limiti; lo rende libero da ogni inibizione, da ogni paura.

La danza spontanea e l’ improvvisazione stimolano il mondo emotivo dell’ individuo e favoriscono la scarica del conflitto. Man mano che  la serie di  movimenti aumenta, varierà anche l’ intensità del flusso di emozioni ed immagini dell’ individuo.

Tempo e ritmo che cambiano sono sinonimo di cambiamento dell’ individuo; quando invece un movimento si blocca o si  paralizza ci troviamo di fronte ad una forte inibizione a proseguire, ad andare avanti; c è un desiderio inconscio di nascondersi e non esprimersi.

La lettura e l’ interpretazione del movimento è una guida diretta all’ introspezione.  Esiste un modo di danzare, di muoversi nello spazio che simbolicamente ha lo stesso significato della patologia organica in atto o semplicemente della dimensione psicofisica del soggetto.

Il movimento proviene da un impulso interiore che diventa visibile.

Ogni atto creativo può fornire del materiale profondo utile per l’analisi che potrebbe anche non emergere in una terapia verbale; tali parti  inconsce verrebbero rappresentate simbolicamente nel disegno, nella scultura o nella danza appunto.

Nella danza che si svolge in gruppo gli individui sono legati tra loro tanto dal ritmo quanto dal movimento: il legame stabilitosi risale alle origini; è di tipo ancestrale ed affonda le sue radici nel comportamento tribale-istintivo dell’ uomo generando un forte campo energetico.

Nella danza infatti  la vita sembra tornare al suo potente e vibrante ritmo iniziale, si ritrova il piacere primitivo del movimento vitale.

L’ individuo che danza entra in  uno stato di coscienza particolare: si immerge in  un mondo in cui egli  stesso diventa forza della natura che , penetrando e immedesimandosi così fortemente in lui, lo vivifica.

Proprio per i suoi contenuti simbolico-figurativi la danza è considerata un elemento importante nella formazione della personalità e un reale momento terapeutico.

Nella danza l’ assenza della comunicazione verbale mette le persone in uno stato di coscienza particolare; una coscienza disattenta ed è attraverso questa coscienza disattenta che il controllo dell’ Io si affievolisce e si vanno a scrutare i sensi del corpo.

Il movimento è una proiezione verso l’ esterno, è una uscita fuori di sé, nello spazio e nel mondo; spazio, energia e tempo interagiscono tra di loro in modo costante.

Con il movimento si crea e si solca lo spazio che è la diffusione dell’individuo al di là dei propri confini.

La nostra percezione dello spazio esterno è una proiezione del nostra spazio interiore che si modifica in rapporto alle emozioni. Lo spazio è vivo, sensibile, personale.

Secondo la tradizione orientale il corpo di ogni individuo ha delle proprie vibrazioni, definibili  come suoni che si collegano al suono dell’ Universo. Tramite l’ interpretazione di questi suoni interiori il soggetto  riesce ad esprimere: “ cogliere la propria essenza”:  Pertanto significativa è l’ affermazione che quando l’ individuo non è in equilibrio con se stesso è come se fosse uno strumento scordato.

Altro elemento importante è il ritmo. Secondo gli antichi greci il principio attivo della vitalità era il ritmo.

Come già detto il movimento è in strettissima relazione con l’ inconscio; quindi quando si  intraprende la via della danza ci si rivolge direttamente all’ inconscio parlando un linguaggio analogico. Per linguaggio analogico si intende ogni comunicazione non verbale che comporta tutta una serie di gesti, movimenti e non solo, ma anche posizioni, espressioni del viso, sequenze.  La danza rappresenta quindi quell’attività ritmica che di per sé, è un ottimo risveglio della sfera emotiva.

Attraverso la danza tutte le ombre, i fantasmi e le parti più irrazionali ed oscure vengono proiettate verso  l’esterno; sfuggire all’ Io durante la danza è alquanto difficoltoso. In un lavoro di gruppo  danzare non vorrà dire solamente comunicare ma sarà il gruppo stesso il luogo di incontro delle proprie parti più profonde.

Attraverso l’ immaginario l’ individuo viene a scoprire tutto quel materiale inconscio che tramite la razionalità non sarebbe possibile

Di  Nirava Dainotto

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